Congo/ Lo sapevate? Il teatro popolare a Brazzaville: uno specchio del popolo, dal popolo e per il popolo

Pubblicato il 26/05/2025 | La rédaction

Congo

Quando pensiamo alla cultura in Congo, spesso pensiamo alla rumba, alle maschere o al sape. Ma dimentichiamo che Brazzaville è anche la culla di un teatro popolare vivace e impegnato che ha plasmato la coscienza sociale e politica di diverse generazioni.

Nato nei quartieri popolari negli anni '60, il teatro popolare congolese si differenzia dal teatro classico per la lingua (Lingala o Kituba), l'umorismo incisivo e la vicinanza alla realtà quotidiana della gente. Rappresentato nei cortili comunali, nelle piazze e nei centri culturali, attirava un pubblico variegato, spesso non abituato alle forme artistiche cosiddette "ufficiali".

Troupe come "Les Béjarts du Congo", "Nzoto na nzoto" e "Mbongui théâtre" usavano i loro spettacoli per denunciare le ingiustizie, sbeffeggiare la realtà quotidiana della gente.I loro spettacoli denunciavano le ingiustizie, prendevano in giro le carenze della società e trasmettevano potenti messaggi sulla corruzione, sui conflitti familiari, sulla stregoneria e sui sogni di migrazione. Il teatro popolare era così diventato uno strumento di critica sociale, un canale di educazione popolare, ma anche una forma di resistenza culturale.

Questo teatro non si limitava alla parola: mescolava musica, danza, domande dirette al pubblico e talvolta anche improvvisazione. Il tutto in uno stile burlesco o tragico che faceva ridere quanto riflettere. Ma l'attore non era la star che vediamo oggi. Era un messaggero, uno specchio della società.

Nonostante la mancanza di sostegno istituzionale e la scomparsa di alcune infrastrutture culturali, il teatro popolare congolese è ancora forte. Sta rinascendo nei festival urbani, nelle iniziative comunitarie e nelle reti sociali, grazie a una nuova generazione di artisti decisi a dire la verità, a modo loro.

Alcuni spettacoli di drammaturghi

"Attitude Clando" di Dieudonné Niangouna, "La femme cannibale" di Jean Jules Koukou, "Cafard" di Julien Bissila e "Nu de la rue" di Fortuné Koumba Kaf.

Fonte: www.adiac-congo.com/


Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo...

Lascia un commento

Il tuo commento verrà pubblicato dopo la convalida.