Nell'ambulatorio di Sylvie Finet a La Bouverie, il telefono squilla spesso. Ed è Sylvie a rispondere, sia durante le consultazioni che tra un paziente e l'altro. "Oh sì, certo: ricevo molte richieste. Stamattina, per esempio, ho dovuto respingere tre persone perché sono al completo per tutto il giorno.Non possolavorare fino alle 23 come fanno altri..."
Sylvie cerca di fermarsi verso le 19, ma il ritmo è comunque difficile da sostenere: giornate senza pause, con una sensazione di pressione. "Spiega che a volte fa l'impossibile per trovare un posto per i pazienti "regolari". "Ma non posso farlo per tutti. Quando a chiamarla sono persone senza mezzi di trasporto, o persone molto anziane con mobilità ridotta, rifiutare un appuntamento le fa male al cuore. Mi dicoche senza un dentista vicino, da cui possano andare a piedi, queste persone dovranno prendere l'autobus, e il trasporto pubblico nei villaggi non è sempre ben servito".

Quando Sylvie ha iniziato la sua attività, erano in tre a lavorare a La Bouverie. "E c'era lavoro per tutti. L'ultima collega è andata in pensione a maggio. Ha cercato a lungo un acquirente.Ma nessuno voleva insediarsi nel suo studio". Per Sylvie la prima risposta è molto concreta: mettersi in proprio come dentista è costoso. Più costoso di un tempo. "Non credo siapossibile aprire uno studio con meno di 100.000 euro al giorno d'oggi, a parte l'edificio stesso. I computer sono diventati più diffusi e le attrezzature si sono evolute. Èmolto più costoso di un tempo..."
Ma non è solo una questione di soldi. Anche gli orari di lavoro e la qualità della vita entrano in gioco e possono incoraggiare i giovani dentisti a trasferirsi nei grandi centri odontoiatrici. Sylvie sente spesso questa argomentazione. "Gli orari non sono gli stessi, a seconda che si lavori in un piccolo studio o in un grande centro. Dopo le 17 o le 18, la maggior parte delle consultazioni si ferma. Inospedale è lo stesso!"
A questo si aggiunge la tentazione dei giovani laureati di rimanere a Bruxelles, o almeno nelle grandi città. Il dentista Christophe Maillard ci ha parlato di questo fenomeno. È capo dipartimento di Epicura, un gruppo ospedaliero dell'Hainaut.
"Per molte persone, allontanarsi dalla capitale è un ostacolo. È più vivace. Molti di loro hanno fatto la loro formazione in uno studio a Bruxelles e poi sono rimasti lì e non sono tornati nelle regioni. E questo è un peccato, perché ci ritroviamo qui, in ospedale, con ritardi che non sono grandi, ma possono essere significativi!
Per ridurre i ritardi, Epicura ha creato un proprio centro dentistico, il più grande di Mons Borinage. È un passo nella giusta direzione, dice Christophe Maillard, anche se ritiene che siano necessari incentivi in tutto il Paese. È vero che se ne parla, ma non si è ancora concretizzato nulla per i dentisti. Dal canto suo, Sylvie Finet promuove la professione che ama tanto. Con i suoi giovani pazienti. "Fin dall'età di 15 o 16 anni, quando sono sulla poltrona, chiedo loro come vanno a scuola e cosa vorrebbero fare più avanti. Cerco di motivarli. Ma negli ultimi due o tre anni nessuno dei miei giovani pazienti mi ha detto di essere tentato dall'odontoiatria". Appassionata della sua professione, a Sylvie non mancano gli argomenti. "Dico loro che al momento è una professione in rapida evoluzione. Abbiamo nuove tecnologie, nuovi materiali, resine che prima non c'erano, l'odontoiatria estetica si sta sviluppando molto..." Per Sylvie è urgente vedere arrivare "la prossima generazione". "E non solo per l'odontoiatria. Per l'ortodonzia. Per le discipline più recenti, come l'endodonzia: tutti si stanno annoiando".

Fonte: www.rtbf.be/